Undicimilanovecentottantaquattro

Orwell diecimila anni dopo

drammaturgia e regia di Maurizio Cardillo
in scena Maurizio Cardillo, Alessio Sordillo
e il sound acting di Francesco Brini ai sintetizzatori, nastri magnetici, echi e reverberi

produzione Tra un atto e l’altro
in collaborazione con Ater Fondazione / Teatro Comunale Laura Betti
si ringrazia il Teatro dell’Argine
grazie a Oscar De Summa (la voce del sogno) - grazie a Filippo Pagotto e Mario Giorgi - foto di scena Nadia Malverti - luci Carlo Corticelli - musiche originali di Francesco Brini
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Qui 1984 è ormai alle spalle.
Sopravvive come un’eco, un’innocua minaccia.
Qui siamo oltre.
Oltre la paura di essere controllati, manipolati.
Oltre i dilemmi sociali, le resistenze, le sconfitte.
Sono passati diecimila anni da questo.
Al centro dell’azione scenica è l’amore.
In scena due figure. Una appartiene all’oggi, l’altra al tempo indefinito del ricordo.
Entrambe rivivono il futuro - ormai appartenente al passato - di Orwell, accompagnate da una terza figura sonora, che incarna le voci di quel mondo.
Le voci abitano le figure. Voci di un amore negato, vietato, eppure sempre presente.
L’amore di Winston e Julia, i protagonisti di 1984, fantasmi sonori.
Ma anche l’amore di questo presente frettoloso, lontano dalla pienezza del dolore.
Onde sonore, nuvole di parole passano e ripassano nel cielo della due presenze.
La musica è una delle voci.
Le figure in scena ballano, con una danza di gesti, queste nuvole, queste parole e questo amore.
Con la semplice presenza dei loro corpi continuano a chiedere amore alle voci.
Continuano a interrogarsi e a interrogare lo spazio nudo, come bambini, su quali siano il volto e il corpo dell’amore nell’11984.
Cioè oggi.
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anteprima a inviti: 24 maggio 2022, Teatro Betti, Casalecchio di Reno (BO)

programma di sala