Human

laboratorio teatrale condotto da Maurizio Cardillo

Perché ci affascina il teatro? Che significa stare in scena?
Quale relazione bisogna cercare con il pubblico?
Che differenza c’è tra fingere e vivere la realtà della finzione?
Questo laboratorio, aperto a persone di qualsiasi età che abbiano già una precedente esperienza scenica, è dedicato a chi vuole “oltrepassare il confine”, a chi è interessato a esplorare i propri limiti.
Si parte dall’umano, si parte dalla nostra naturale tendenza a far bella figura, a mostrarsi, a dimostrarsi.
Attraverso l’addestramento, gli esercizi, e soprattutto attraverso la collaborazione, il sentirsi gruppo, si sperimentano poi le strade che ci portano oltre, verso l’assoluta sincerità, in quella zona dove non conta più essere dei professionisti per toccare il cuore e la mente di chi ci guarda agire.
Verso una “nudità” scenica che da sempre affascina e incanta: verso uno scambio reale tra chi fa e chi partecipa al rito guardando.
Si sperimentano le strade che portano alla fiducia, alla possibilità di poter comunicare senza avere nessuna paura del giudizio, né del proprio né del pubblico.

Il tema è uno dei temi umani per eccellenza: il dolore.
Tema che naturalmente non può essere esplorato se non passando anche dal suo contrario: la gioia, l’estasi, la sfuggente felicità.
Tutti noi umani, teatranti o no, abbiamo qualcosa da dire su questo argomento.
Siamo umani anche perché soffriamo e gioiamo.

Il punto di partenza drammaturgico è narrativo. Si lavorerà su uno dei racconti di “Gente di Dublino”, di James Joyce.
Non si tratterà tanto di raccontarlo “bene”, con una buona dizione e recitazione o con movimenti “interessanti”. Anche a questo si tenderà. Ma molto più importante sarà sapere – e dunque vivere – perché lo stiamo raccontando, interpretando.
Ogni allievo, ogni allieva è chiamato a regalarsi, ricevendo in contraccambio l’equivalente regalo dei compagni di viaggio.
Il percorso offre un addestramento tecnico artistico sui fondamentali dello stare in scena, sia della parola che del movimento.
È basato sin dall’inizio sull’obiettivo di mettere in scena il racconto di Joyce, farlo vivere attraverso la personalità, la storia, l’umanità di ogni partecipante.
Le differenze, le diversità, gli errori, le mancanze tecniche, i dubbi sono i benvenuti.

Il laboratorio si svolge presso Sala Ex Mensa, vecchie Scuole Elementari, viale Agnini, San Felice sul Panaro (Mo) il martedì sera dalle 20.30 alle 23.00, a partire da novembre 2016.