Piccolo Varietà del Grande Nulla
un progetto sul Nulla di Compagnia Cardillo/Pagotto
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione
Teatro delle Moline, Bologna, 8-17 gennaio 2015
Un esperimento di grammatica teatrale aperto al pubblico e costruito insieme allo spettatore.
Il Nulla, sfuggente concetto filosofico, scientifico, teologico, artistico, è ricco di punti di contatto con la pratica teatrale.
In particolare il lavoro dell’attore si fonda su una continua presenza del nulla, del vuoto.
La sottrazione è un metodo di creazione scenica centrale della modernità. Un nome su tutti, quello di Samuel Beckett, basta a riassumere la ricerca che il Novecento teatrale ha fatto intorno al nulla.
Il pubblico viene chiamato, attraverso le varie articolazioni del progetto, a un'esperienza totale, attiva e passiva, di osservazione e di pratica.
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Spettacolo
8, 9, 14, 15, 16 gennaio ore 20.30 e sabato 17 gennaio ore 20, Teatro delle Moline
FIOR DI NULLA
Cabaret filosofico
Il più meraviglioso nulla del mondo raccontato, declamato e ballato
da Maurizio Cardillo e Filippo Pagotto
non scritto da Maurizio Cardillo e Filippo Pagotto
senza Maurizio Cardillo e Filippo Pagotto
buio e videoniente live di Tommaso Arosio
disorganizzazione di Claudia Manfredi
Compagnia Cardillo Pagotto
Il punto di partenza di Fior di Nulla è lo spazio: via le quinte e i fondali, alla ricerca delle tavole e dei muri nudi, del vuoto, del nulla. In questo spazio svuotato gli attori si producono in una serie di numeri e personaggi intorno al nulla, tra dialoghi, voci registrate, piccoli monologhi, balletti assurdi, come nella migliore tradizione del cabaret o del varietà. I due, che si alternano nel ruolo di “comico” e “spalla”, sono accompagnati nel loro delirio da un misterioso “supervisore esterno”, che si manifesta attraverso la videoproiezione di frasi, ordini, consigli. Fino a una conclusione a sorpresa, nel quale anche il pubblico è invitato a sentire l’ebbrezza metafisica del “Grande Nulla” nel quale tutti siamo immersi.
Esperienza/ Gioco con il pubblico intorno al Nulla
9, 13, 14, 15, 16, 17 gennaio, ore 17.00, 17.30, 18.00 Teatro delle Moline
NULLA CONTEST
Cardillo e Pagotto, in collaborazione con il videomaker Tommaso Arosio, propongono al pubblico un’esperienza scenica basata sulla pratica della sottrazione.
I partecipanti sono invitati a sperimentare attivamente, attraverso un gioco, una delle abilità più difficili dell’arte scenica, ovvero l’arte di non fare nulla – che per l’attore è la presenza scenica.
La differenza fondamentale che il pubblico è chiamato a sperimentare è quella tra il mostrare e l’essere, ovvero tra il fingere e, ancora, l’essere.
Laboratorio teatrale intensivo sul Nulla
10 gennaio (ore 15.00-19.00), 11 gennaio (10.00-13.00 e 14.30-18.30), 13 gennaio (20.30-23.00) Teatro delle Moline
NULLA WORKSHOP
Un laboratorio teatrale intensivo aperto a persone di ogni età ed esperienza.
Si parte dai rudimenti dello stare in scena – la presenza, l’ascolto, la consapevolezza – per poi applicare al lavoro il metodo della sottrazione. Si comincia a far meno, a togliere, si passa dall’essenzialità e poi si cerca il grande salto dall’altra parte, dove non c’è più senso, e si arriva al grado zero, al nulla.
Usando sia materiali portati dagli allievi (esperienze, testi) che proposte dei conduttori – per esempio poesie del Novecento, filastrocche infantili, canzonette, oggetti, musiche – si impara a dimenticare come si fanno le cose. Si disimpara quindi a camminare, a muoversi, parlare, sedersi, prendere in mano un oggetto.
Si sperimenta l’astratto, si impara a familiarizzare con l’assurdo. Senza più barriere tra comico e tragico, si cerca un’esperienza profonda nello stato il più vicino possibile al non-essere. Vicino ai testi brevi di Beckett, al Quadrato bianco su sfondo bianco di Malevic, al 4’33 di John Cage, ecc.
Compagnia Cardillo Pagotto
Il punto di partenza di Fior di Nulla è lo spazio: via le quinte e i fondali, alla ricerca delle tavole e dei muri nudi, del vuoto, del nulla. In questo spazio svuotato gli attori si producono in una serie di numeri e personaggi intorno al nulla, tra dialoghi, voci registrate, piccoli monologhi, balletti assurdi, come nella migliore tradizione del cabaret o del varietà. I due, che si alternano nel ruolo di “comico” e “spalla”, sono accompagnati nel loro delirio da un misterioso “supervisore esterno”, che si manifesta attraverso la videoproiezione di frasi, ordini, consigli. Fino a una conclusione a sorpresa, nel quale anche il pubblico è invitato a sentire l’ebbrezza metafisica del “Grande Nulla” nel quale tutti siamo immersi.
Esperienza/ Gioco con il pubblico intorno al Nulla
9, 13, 14, 15, 16, 17 gennaio, ore 17.00, 17.30, 18.00 Teatro delle Moline
NULLA CONTEST
Cardillo e Pagotto, in collaborazione con il videomaker Tommaso Arosio, propongono al pubblico un’esperienza scenica basata sulla pratica della sottrazione.
I partecipanti sono invitati a sperimentare attivamente, attraverso un gioco, una delle abilità più difficili dell’arte scenica, ovvero l’arte di non fare nulla – che per l’attore è la presenza scenica.
La differenza fondamentale che il pubblico è chiamato a sperimentare è quella tra il mostrare e l’essere, ovvero tra il fingere e, ancora, l’essere.
Laboratorio teatrale intensivo sul Nulla
10 gennaio (ore 15.00-19.00), 11 gennaio (10.00-13.00 e 14.30-18.30), 13 gennaio (20.30-23.00) Teatro delle Moline
NULLA WORKSHOP
Un laboratorio teatrale intensivo aperto a persone di ogni età ed esperienza.
Si parte dai rudimenti dello stare in scena – la presenza, l’ascolto, la consapevolezza – per poi applicare al lavoro il metodo della sottrazione. Si comincia a far meno, a togliere, si passa dall’essenzialità e poi si cerca il grande salto dall’altra parte, dove non c’è più senso, e si arriva al grado zero, al nulla.
Usando sia materiali portati dagli allievi (esperienze, testi) che proposte dei conduttori – per esempio poesie del Novecento, filastrocche infantili, canzonette, oggetti, musiche – si impara a dimenticare come si fanno le cose. Si disimpara quindi a camminare, a muoversi, parlare, sedersi, prendere in mano un oggetto.
Si sperimenta l’astratto, si impara a familiarizzare con l’assurdo. Senza più barriere tra comico e tragico, si cerca un’esperienza profonda nello stato il più vicino possibile al non-essere. Vicino ai testi brevi di Beckett, al Quadrato bianco su sfondo bianco di Malevic, al 4’33 di John Cage, ecc.